Il perfetto biliardino - Dal punto di vista della palla! |
1) Il campo di
gioco doveva essere macchiato da bibite varie, birra o amari appiccicosi tipo
Averna o Montenegro.
2)
Il vetro del campo di gioco aveva
spesso delle spaccature o crinature enormi in modo che la pallina ogni volta che
ci passava sopra prendeva delle traiettorie incomprensibili generando risse con
rutti, imprecazioni a mamme e sorelle e bestemmie d’ogni genere e lingua
conosciuta.
3)
Due o più omini dovevano
rigorosamente avere la testa mozzata o orrendamente sfigurata dalla punta della
sigaretta e dalla fiamma degli accendini esclusivamente
Bic.
4) Il
biliardino doveva assolutamente pendere a destra o sinistra in modo da creare
ogni volta un litigio (con tanto di insulti e sputi) su chi doveva prendere la
parte a lui più favorevole. Molto spesso si piegava in 4 o 8 un foglio del
vecchio calendario di Barbanera del 1979 appeso al muro e lo si metteva come
spessore sotto uno dei piedi del biliardino. Risultato, dopo 4,49 secondi
dall’inizio della partita, si toglieva e tutto tornava a pendere come
prima.
5) Una delle
stecche (di solito quella lunga della difesa a 2 giocatori) doveva essere
leggermente arcata (tipo arco di Robin Hood) in modo da impedire il corretto
controllo della difesa e scatenare risse furibonde su goal subiti proprio a
causa di questo difetto.
6) I
segnapunti fatti con i 9 blocchi colorati di solito ne dovevano avere al massimo
sette e qualcuno era di diverso colore; quelli fatti con la rotellina girevole
si dividevano in quelli che si bloccavano di solito sul numero 4/5 al massimo o
quelli che giravano a vuoto e quindi dopo un goal fatto, alla minima pressione
della rotellina, ti attribuivi almeno 3 punti.
7) La
gettoniera nella migliore delle ipotesi si inceppava: dopo aver inserito la
moneta si tirava il grande pomello nero, rosso o blu…e regolarmente non si
apriva il meccanismo per avere le palline a disposizione. A questo punto, il più
esuberante dei giocatori o spettatori, prendendo la rincorsa dal muro, doveva
assestare un grosso calcio con la pianta della scarpa colpendo con il tallone il
pomello in modo da sbloccarlo e poterlo di nuovo azionare regolarmente per
scaricare le palline. (n.b. questa tecnica veniva anche consigliata nel manuale
di istruzioni in allegato al biliardino stesso.)
8) Una delle 4
manopole a disposizione di ogni squadra mancava sempre o, nel caso remoto che ci
fossero state tutte ed 8, una rigorosamente era lenta e si toglieva, oppure
girava a vuoto. Per ovviare a questo problema si toglieva del tutto la manopola
e intorno alla stecca di alluminio si avvolgeva un pezzo di un fazzolettino di
carta molto spesso usato e al 99% dei casi al gusto mentolo. Una volta fatto
questo si spingeva con tutta la forza la manopola contro la stecca ma il più
delle volte la carta si acciaccava tutta alla fine della manopola rendendo
l’operazione praticamente inutile…e si ricominciava a giocare nell’ilarità
totale.
9) I
portacenere, posti ad ogni angolo del bordo del tavolo da gioco, erano molto
spesso spaccati e malmessi; nel remoto caso in cui tutti fossero in condizioni
ottimali gli stessi erano pieni di fazzolettini usati, cicche di sigaretta
puzzolenti, carte acciaccate di caramelle frizzanti, gomme Brooklyn, sputi e
ogni genere di altro liquido adolescenziale…..
10) Il totale
della palline a disposizione variava seconda dell’ora del giorno, Intorno alle
15 del pomeriggio il numero era di circa 7/8….per poi passare a 4/5 per le 17…e
finire miseramente a ½ per l’ora di chiusura. Per la cronaca, di solito le
palline, una volta cadute in terra, si infilavano sotto Galaga, 1942 o Ghost’n
Goblins. Gira una leggenda sulla nostra sala giochi del paese: si racconta che
una sera il vecchio e scorbutico gestore, mentre era intento a fare le pulizie
annuali, trovò 6 palline sotto Donkey Kong e altre 3 infilate tra il battiscopa
e il muro dietro al cabinet di Galaga….provò a spostarli ma non ci riuscì, e da
quel giorno il vecchio biliardino ebbe solo e sempre una pallina da
giocare!
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